Convento di Romacolo: storia di servizio e relazione
Raccontare del legame della Parrocchia di Santa Maria Assunta in Endenna con il Convento di Romacolo è cosa scontata.
Tanti documenti storici ad avvalorare il legame, l’affetto, il bisogno di creare sul territorio una rete che contribuisse a sostenere e rendere sempre più umano il vivere di ognuno.
Questi mille anni di storia, ci consegnano un’esperienza grata, ricca di attenzioni nel voler rendere sempre più il nostro territorio e il nostro vissuto bello, umano, luogo nel quale fosse possibile abitare con qualità di vita che anticipassero l’eternità.
Il legame della parrocchia al monastero nascente di Pontida, il monastero dei Romacolo e il primo nucleo delle Terziarie francescane, così come lo ricorda lo storico agostiniano Donato Calvi nel suo Delle chiese della Diocesi di Bergamo 1661 al 1671 “si trova un monastero dei reverendi Padri Zoccolanti al n° 18 tra sacerdoti, noviziato e laici, frequentato da’ popoli vicini col titolo della Portiuncola…
Una comunità, quella di Endenna, che contava all’epoca 400 anime, disposte a condividere i propri terreni, i benefici della terra, il di più ricevuto in dono, con chi rendeva lode e grazie all’Eterno per gli abbondanti frutti.
A quel tempo un segno della ricchezza e agiatezza del territorio era la presenza di conventi di ordini questuanti come i francescani osservanti e di monasteri di claustrali.
Piace sottolineare questi legami, che ci introducono alla logica del dono, del servizio, della restituzione di cui il nostra territorio è pervaso, dal punto di vista storico, artistico e architettonico.
Raccontare la storia e l’evoluzione del servizio della struttura del Convento di Romacolo, è sottolineare il desiderio sempre più urgente e indispensabile dell’importanza di un lavoro di rete, di conoscenza e di condivisione.
Don Giulio, in Zogno notizie, ha raccontato a più riprese dei Frati Minori a Romacolo: del ponte dei frati, dei testamenti, di una causa di inquisizione nei confronti dei frati e poi ci sono altri scritti, provenienti dall’archivio dell’Istituto delle Suore di Carità delle Sante Bartolomea Capitanio e Vincenza Gerosa di Milano, documenti e in altimo la testimonianza dell’ing. Carobbio Mario pro-nipote di Bonetti Bortolo, commerciante zognese che ebbe in conto consegna il convento dopo la soppressione dell’ordine e la confisca del convento ad opera della Repubblica Cisalpina.
Prima ancora di entrare in possesso del nuovo convento del Romacolo, i frati Minori Riformati di San Francesco, già ricevevano beni dai fedeli di Endenna, come risulta dai documenti testamentari del 22 luglio del 1481 e del 13 maggio del 1489.
Risale al 6 aprile del 1495, l’acquisto avvenuto a Venezia in Rialto, di una fonte di acqua sorgente esistente nella proprietà di un certo Bonetti, in località detta Cobello, allo scopo di incanalare l’acqua a servizio del convento di Romacolo sito nel comune di Endenna, come testimonia l’atto trascritto su pergamena conservato nell’archivio dei frati.
Secondo lo storico Luca Wadding, francescano irlandese, la costruzione del Convento, la si deve in seguito all’entusiasmo suscitato negli endennesi dalla predicazione dei Frati Minori dell’Osservanza. L’Onorevole Bortolo Belotti, storico zognese, nella sua opera, ‘Storia di Zogno e di alcune terre vicine’, precisa che la costruzione avvenne per “iniziativa e a spese dei fedeli di Endenna e cioè Martino e Bartolomeo Zambelli e di alcuni delle famiglie Guarinoni e Quarismini”.
L’autorizzazione del Papa Innocenzo VIII con Bolla pontificia datata 18 novembre 1487, giunse al padre Guardiano del Convento francescano delle Grazie in Bergamo che la presentò al vescovo mons. Lorenzo Gabriele, il quale non fece attendere il decreto che dava autorizzazione ad iniziare e costruire fabbricati, quali monastero e chiesa in valle Brembana, nel Comune di Endenna in data 13 febbraio 1488.
La chiesa del Convento di Romacolo fu dedicata a Santa Maria della Misericordia, come la chiesetta della Porziuncola ad Assisi. Fu consacrata il 5 agosto del 1511 da mons. Bartolomeo Assonica vescovo di Capo d’Istria e Vicario generale della diocesi.
In un dipinto antico, di un autore ignoto, si vede il Convento di Romacolo in forma diversa di come lo siamo abituati a vedere noi oggi. La chiesa, era molto più grande, con la facciata verso sud il campanile stava a destra del caseggiato e di altri fabbricati. Si intravede il fiume Brembo e la mulattiera della Ria che porta all’abitato di Endenna.
La chiesa era molto grande vi era, oltre l’altare maggiore altri sei altari laterali.
Sull’altare maggiore, oggi molto probabilmente, il refettorio delle suore, era esposto un bel polittico di Antonio Marinoni, di cui alcune parti si trovano presso l’Accademia Carrara di Bergamo.
Vi era poi un altare dedicato a San Bernardino e uno all’immacolata, opere che furono poi, a causa della soppressione portate ad Endenna. La bella statua lignea policroma dell’Immacolata di Grazioso Fantoni e forse anche il polittico di San Bernardino, opera che per molti anni fece bella figura di sé, nella chiesina adiacente alla chiesa parrocchiale di Endenna, ma che altro non è che l’arca funeraria della fam. Zambelli, originaria di Endenna e sparsa per tutta la provincia e oltre. All’epoca della soppressione del Convento, visto la vicinanza e l’affetto per la costruzione avvenuta attraverso i testamenti dei fratelli Martino e Bartolomeo, alcuni discendenti l’abbiano poi acquistata e posta nel trofeo funebre della famiglia in Endenna.
Dalle cronache, risulta in chiesa, oggi refettorio della suore, un San Francesco che riceve le stimmate opera di Antonio Boselli del 1499.
Nel Convento di Romacolo, ebbero sepoltura importanti personalità dell’epoca passata, nel 1677 Maffeo dei Tasso, della famiglia inventori delle poste e comunicazioni. Con l’abbandono di Romacolo e la distruzione di parte della chiesa, la lastra tombale fu portata alla chiesa dell’Acquada dove anche oggi fa mostra di sé.
Nel settembre del 1667 a Romacolo, nei pressi del convento dei frati Riformati, si gettavano le fondamenta del Sacro collegio di Francescane terziarie, visto che il primo caseggiato ad Endenna, poco distante dalla parrocchia era ormai insufficiente. Anche la casa di Romacolo, ben presto fu per le suore terziarie francescane di clausura troppo angusto, tant’è che si trasferirono nel convento lasciato libero dai serviti nel 1731.
Il convento fu abbellito anche di un orologio solare a riflesso, simile a quello costruito a Gandino e molto probabilmente dello stesso autore. La meridiana anche oggi, occupa un apposito locale e oltre all’orario di Romacolo, segnava gli orari di diverse località, Lisbona, Salamanca, Madrid, Firenze, Venezia, Roma, Costantinopoli e Gerusalemme. Oggi, la meridiana, non è più in uso.
Il convento dei frati si mantenne in attività fino al Primo decreto di Napoleone che nel 1798 espropriò l’ordine del Convento di Romacolo e i frati abbandonarono il territorio della Repubblica Cisalpina.
La proprietà fu poi data dal governo della repubblica al commerciante zognese, Bortolo Bonetti, che l’ebbe in cambio delle forniture di viveri e di vino alle truppe francesi di stanza in queste zone. Chi comprava beni della chiesa, espropriati da Napoleone, subiva, la scomunica papale.
Il Bonetti essendo un fornitore delle truppe, ebbe la proprietà di Romacolo in conto forniture, infatti per vie di successione, la proprietà passò al nipote di Bortolo Bonetti, don Pietro Mazzoleni, proprietà che conservò, come legnaia fino alla sua morte nel 1877.
Don Pietro lasciò il Convento in eredità al monastero delle Terziarie francescane di Zogno, le suore non potendolo utilizzare, decisero verso gli ultimi anni del secolo, di proporre la vendita del complesso al cognato di don Pietro, Carobbio Barnaba per L. 800 per liberarsi dell’immobile inutilizzato e delle tasse da pagare.
Carobbio rifiutò l’acquisto anche se l’offerta era vantaggiosa e il Convento fu venduto a L. 13500 ai tre parroci, capofila fu il Parroco di Endenna e poi, Grumello de’ Zanchi e Poscante.
Ottenuto lo scopo di aver riacquistato alla parrocchia, al territorio, il centro propulsore di storia di fede di servizio, i parroci decisero di proporre il Convento come sede delle opere dell’Istituto delle Suore di Carità di Bartolomea Capitanio e Vincenza Gerosa, impiantando per la parrocchia di Endenna, l’asilo parrocchiale e l’oratorio femminile per un certo periodo.
Scrive l’ing. Carobbio, nipote di quel Barnaba, cognato di don Pietro Zambelli:
“ Nel 1901 i parroci di Endenna, di Poscante, di Grumello de’ Zanchi, con i membri della Congregazione della Carità di Endenna, desiderosi di avere le suore per l’educazione e istruzione religiosa dell’infanzia e della gioventù, offrirono alla superiora generale delle Suore di Maria Bambina, la possibilità di acquistare le rovine del convento per poche migliaia di lire.
Si trovò subito l’accordo e nel 1902 si sistemarono alcuni locali e iniziarono le prime attività, asilo infantile per la parrocchia di Endenna e Grumello de’ Zanchi e oratorio festivo femminile.
Nel 1904 venne aperto un pensionato per le giovani operaie della “Manifattura Polli” della Valle Brembana di Zogno. Le suore si interessavano del vitto e dell’alloggio e dell’istruzione religiosa dal lunedì al sabato.
Scrive il Carobbio: “I membri della Congregazione di Carità e i responsabili della Comunità di Endenna, ventilarono l’idea di predisporvi anche un ricovero per i vecchi; ma il progetto non fu attuato perché la gente del posto non volle cedere a nessuno la cura dei propri anziani”.
Un’attenzione che ancora oggi la nostra popolazione ha nei confronti dei propri ammalati, pochi infatti sono accolti presso case di sollievo.
La superiora generale delle suore di Maria Bambina, vedendo gli spazzi e sopperendo ai bisogni, nel 1912, ideò nel Convento un noviziato per le suore “mandatarie”, dovuto alle molte giovani aspiranti che dalla val Serina e dalla val Brembana, conosciuto il carisma di Bartolomea e Vincenza, desideravano consacrarsi al Signore in spirito di sacrificio, in ospedali, orfanotrofi, scuole e asili. Il servizio fu trasferito nel 1947 a Oné di Fonte in provincia di Treviso e definitivamente chiuso con la riforma e revisione degli istituti religiosi chiesta dal Concilio Vaticano II sopprimendo la differenza tra suore e suore “mandatarie”.
Col tempo venne meno l’esigenza di accogliere le giovani a causa della nuova rete stradale anche in piccoli centri e l’utilizzo sempre maggiore di trasporto su gomma pubblico e privato.
Nel 1967 chiuse anche l’esperienza dell’oratorio festivo femminile e di li a pochi anni nel 1972 pure la scuola materna dove tanti di noi hanno costruito tanti vividi ricordi riguardo al luogo alle suore, al presepe che veniva predisposto e tanto altro.
Via via la casa venne occupata da suore anziane e ammalate provenienti dalle varie attività caritative in cui l’Istituto è coinvolto. La casa di per se, non una Residenza Sanitaria Assistita ma una Casa Famiglia per le suore anziane.
Abbiamo sciorinato, date, nomi, arte, cultura, servizi che il tempo ha modificato, in parte pure cancellato, come la struttura del Convento stesso ma una cosa, rimane intatta in questi lunghi secoli di storia, l’unità con la parrocchia di Endenna, data dalla storia, dall’asilo, dal territorio, dal cimitero, dai parroci e l’altro aspetto, rimane il servizio, ambienti con mura possenti ma che il tempo ha reso capaci di adeguarsi ai bisogni, ai servizi, alla carità del momento storico.
In conclusione questo è il desiderio nostro, non solo per il Convento di Romacolo, ma anche delle nostre realtà parrocchiali, della nostra stessa esperienza di vita personale, che rimanga il LEGAME e il desiderio di RETE di condivisione, poi anche i muri possono essere spostatima ciò che rimane è il VANGELO.
Parrocchia di Endenna, Parrocchia di Somendenna, Comunità di Miragolo S.Marco e S. Salvatore
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