AI POPOLI NATIVI DEL CANADA: “PROVO INDIGNAZIONE, DOLORE E VERGOGNA. VI CHIEDO SCUSA”

Papa Francesco non ha deluso le aspettative. Ha pronunciato le parole che le delegazioni dei popoli nativi del Canada, First Nations, Métis e Inuit, volevano sentirsi dire: parole di scuse, impegno di giustizia e la promessa di andare sulla loro terra, in Canada.

Primo mistero _ L’agonia di Gesù nell’orto degli ulivi

Rm 12,1 Vi esorto dunque, fratelli, per la misericordia di Dio, a offrire i vostri corpi come sacrificio vivente, santo e gradito a Dio; è questo il vostro culto spirituale.    

            Intorno ai giorni di Sant’Anna, che si celebra il 26 luglio, che Papa Francesco farà il viaggio in Canada per visitare i nativi americani nei loro territori e chiedere perdono per i drammi successi nelle scuole residenziali. Lo lascia intendere lo stesso Papa Francesco, nell’udienza finale concessa ai gruppi di nativi americani che da lunedì si sono succeduti in un dialogo con il Papa. Sant’Anna, perché proprio per Sant’Anna c’è una   certa devozione. Sant’Anna, per superare il dolore e la vergogna per gli abusi, e guardare al futuro.

Il suono dei tamburi, la musica del violino, i canti, le lingue ancestrali, le danze tipiche, così la Sala Clementina in Vaticano si è riempita questa mattina dei suoni e delle parole cariche di storia dei popoli nativi del Canada. Con i loro vestiti tradizionali, si sono presentati a Papa Francesco. Per tre giorni le tre delegazioni First Nations, Métis e Inuit hanno potuto raccontare il loro dolore, gli abusi subiti, l’ingiustizia di non avere ancora giustizia. È una ferita profondissima. Prende la forma delle “scuole residenziali”, veri e propri luoghi dell’orrore, istituiti nel passato, per cancellare la cultura, l’identità, la spiritualità e la lingua dei popoli indigeni.

Padre nostro – 10 Ave Maria…

 

Secondo Mistero_ La flagellazione di Gesù alla colonna

Eb 13,12-13 Gesù, per santificare il popolo con il proprio sangue, subì la passione fuori della porta della città. Usciamo dunque verso di lui fuori dell’accampamento, portando il suo disonore.

            Circa 150 mila bambini furono strappati alle loro famiglie. Si stima che almeno 4 mila trovarono la morte a causa di malattie, fame, freddo ma anche a seguito di abusi subiti. Lo scorso anno a più riprese, attorno a queste scuole, sono state rivenute tombe anonime con dentro i resti dei corpi di questi bambini. Ieri, Chief Rosanne Casimir, una delle rappresentanti delle First Nations, ha chiesto a Papa Francesco l’accesso ai registri e ai documenti in possesso della Chiesa cattolica per poter risalire all’identità dei bimbi scomparsi.

            L’udienza finale si è svolta in un profondo clima di preghiera e invocazione. È stato Elder Fred Kelly, anziano delle First Nations, ad invocare per primo “gli spiriti che il Creatore ha posto su tutte le direzione dell’est, del sud, del nord e dell’ovest della terra”. “Ti chiediamo, ti imploriamo i doni sacri dei nostri popoli, amore, gentilezza, rispetto, verità, coraggio e umiltà”.“Possa il Creatore benedire il nostro incontro oggi così che possiamo camminare in futuro insieme” e “trovare la riconciliazione e la guarigione di cui le prime generazioni hanno bisogno”.

              Padre nostro – 10 Ave Maria…

 

Terzo mistero _ Gesù incoronato di spine

Ger 11,19 Come un agnello mansueto che viene portato al macello, non sapevo che tramavano contro di me, e dicevano: «Abbattiamo l’albero nel suo pieno vigore, strappiamolo dalla terra dei viventi; nessuno ricordi più il suo nome».

            Ha poi preso la parola Elder Emile Janvier della Métis Nation, anche lui uno dei sopravvissuti alle scuole residenziali mentre la delegazione Inuit ha intonato la preghiera del “Padre nostro”, in lingua Inuktitu. Con loro ci sono anche i rappresentanti della Chiesa cattolica canadese e a nome di tutti, il presidente dei vescovi canadesi, mons. Raymond Poisson, ha detto: “Padre Santo, la nostra storia recente è segnata dallo   stigma dei fallimenti e delle mancanze nell’amore per il prossimo, in particolare verso i membri di quelle nazioni che sono presenti in Canada da secoli. Il nostro desiderio di riconciliazione è tanto più grande. La nostra presenza qui è una testimonianza del nostro impegno gli uni per gli altri e per gli altri”.

            Il Papa non ha deluso le aspettative. Ha pronunciato le parole che le delegazioni volevano ascoltare: parole di scuse, impegno di giustizia e la promessa di andare sulla loro terra, in Canada, per abbracciare i      popoli nativi. “Attraverso le vostre voci – ha detto – ho potuto toccare con mano e portare dentro di me, con grande tristezza nel cuore, i      racconti di sofferenze, privazioni, trattamenti discriminatori e varie     forme di abuso subiti da diversi di voi, in particolare nelle scuole residenziali.

Padre nostro – 10 Ave Maria…

 

Quarto Mistero _ Gesù cade sotto il peso della croce

1Pt 2,24 Cristo portò i nostri peccati nel suo corpo sul legno della croce, perché, non vivendo più per il peccato, vivessimo per la giustizia; dalle sue piaghe siete stati guariti.  

            Continua il Papa: “È agghiacciante pensare alla volontà di istillare un senso di inferiorità, di far perdere a qualcuno la propria identità     culturale, di troncare le radici, con tutte le conseguenze personali e     sociali che ciò ha comportato e continua a comportare: traumi irrisolti, che sono diventati traumi intergenerazionali”.

            “Tutto ciò ha suscitato in me due sentimenti: indignazione e vergogna”. “Indignazione, perché è ingiusto accettare il male, ed è ancora peggio abituarsi al male, come se fosse una dinamica ineludibile provocata dalle vicende della storia. No, senza una ferma indignazione, senza memoria e senza impegno a imparare dagli errori i problemi non si risolvono e ritornano”.         

Padre nostro – 10 Ave Maria…

 

Quinto Mistero _ Gesù muore in croce 

At 13,27a-28-29 Gli abitanti di Gerusalemme e i loro capi pur non avendo trovato alcun motivo di condanna a morte, chiesero a Pilato che Gesù fosse ucciso. Dopo aver adempiuto tutto quanto era stato scritto di lui, lo deposero       dalla croce e lo misero nel sepolcro.                          

            “Provo anche vergogna, ve l’ho detto e lo ripeto: provo vergogna, dolore e vergogna per il ruolo che diversi cattolici, in particolare con   responsabilità educative, hanno avuto in tutto quello che vi ha ferito,   negli abusi e nella mancanza di rispetto verso la vostra identità, la vostra cultura e persino i vostri valori spirituali”. “Per la deplorevole condotta di quei membri della Chiesa cattolica chiedo perdono a Dio e vorrei dirvi, di tutto cuore: sono molto addolorato. E mi unisco ai Fratelli Vescovi canadesi nel chiedervi scusa”. 

            Nel suo discorso il papa gli orrori compiuti dalla “colonizzazione ideologica” che strappa “senza rispetto” per persone dall’ambiente vitale in cui vivono per uniformarle “a un’altra mentalità”. E conclude: “sono stato arricchito dalle vostre parole e ancora di più dalla vostra testimonianza. Avete portato qua a Roma il senso vivo delle vostre comunità. Sarò felice di beneficiare ancora dell’incontro con voi, visitando i vostri territori natii, dove vivono le vostre famiglie”. “Vi do allora l’arrivederci in Canada, dove potrò meglio esprimervi la mia vicinanza. Vi assicuro intanto la preghiera, invocando la benedizione del Creatore su di voi, sulle vostre famiglie, sulle vostre comunità”.

            Padre nostro – 10 Ave Maria…

 

Signore Dio di pace, ascolta la nostra supplica!

Abbiamo provato tante volte e per tanti anni a risolvere i nostri conflitti

con le nostre forze e anche con le nostre armi;

tanti momenti di ostilità e di oscurità;

tanto sangue versato; tante vite spezzate; tante speranze seppellite…

Ma i nostri sforzi sono stati vani.

Ora, Signore, aiutaci Tu!

Donaci Tu la pace, insegnaci Tu la pace, guidaci Tu verso la pace.

Apri i nostri occhi e i nostri cuori

e donaci il coraggio di dire: “mai più la guerra!”;

“con la guerra tutto è distrutto!”.

Infondi in noi il coraggio di compiere gesti concreti per costruire la pace.

Signore, Dio di Abramo e dei Profeti,

Dio Amore che ci hai creati e ci chiami a vivere da fratelli,

donaci la forza per essere ogni giorno artigiani della pace;

donaci la capacità di guardare con benevolenza

tutti i fratelli che incontriamo sul nostro cammino.

Tieni accesa in noi la fiamma della speranza

per compiere con paziente perseveranza

scelte di dialogo e di riconciliazione, perché vinca finalmente la pace.

E che dal cuore di ogni uomo siano bandite queste parole:

divisione, odio, guerra! Signore, disarma la lingua e le mani,

rinnova i cuori e le menti,

perché la parola che ci fa incontrare sia sempre “fratello”,

e lo stile della nostra vita diventi: shalom, pace, salam! Amen.

Parrocchia di Endenna, Parrocchia di Somendenna, Comunità di Miragolo S.Marco e S. Salvatore

e-mail: info@lanternaparrocchiale.it