“COME È TRISTE CHE I POPOLI CRISTIANI PENSINO A FARSI GUERRA”

La risposta di Gesù a chi gli fa del male non è la vendetta o il rancore, ma la gentilezza e la mitezza di chi porge l’altra guancia e apre una breccia nel cuore del nemico. Così anche i cristiani sono chiamati a non cedere all’odio ma ad andare oltre, e solo con la forza di Dio possono farlo. Questo al centro della riflessione del Papa all’Angelus della VII domenica del Tempo ordinario. Da qui, il forte e rinnovato appello ad essere operatori di pace oggi e sempre nel mondo.

Primo mistero _ L’agonia di Gesù nell’orto degli ulivi

Rm 12,1 Vi esorto dunque, fratelli, per la misericordia di Dio, a offrire i vostri corpi come sacrificio vivente, santo e gradito a Dio; è questo il vostro culto spirituale.

            È possibile amare i nostri nemici? È possibile porgere l’altra guancia quando veniamo percossi? Gesù nelle pagine del Vangelo della VII domenica del Tempo Ordinario ci chiede di farlo, dandoci delle “indicazioni fondamentali” proprio per quando ci troviamo sul “banco di prova”, di fronte “a chi ci è nemico e ostile, a chi cerca sempre di farci del male”. E se ci chiede questo è perché ci dà Lui stesso la forza di amare, “di andare oltre, molto oltre l’odio e l’istinto”.

            “Amate i vostri nemici, fate del bene a quelli che vi odiano, benedite coloro che vi maledicono, pregate per coloro che vi trattano male” e ancora … “A chi ti percuote sulla guancia, offri anche l’altra”. Sono queste le parole dell’evangelista Luca da cui muove la riflessione del Papa, prima della preghiera dell’Angelus. “Se non si reagisce ai prepotenti, ogni sopruso ha via libera”, davvero dunque il “Signore ci chiede cose impossibili e anzi ingiuste? “domanda Francesco e, per rispondere, invita a guardare a come Gesù porge l’altra guancia, durante la passione, quando è processato ingiustamente e schiaffeggiato: Dice alla guardia: «Se ho parlato male, dimostrami dov’è il male. Ma se ho  parlato bene, perché mi percuoti?» Chiede conto del male ricevuto.

Padre nostro – 10 Ave Maria…

 

Secondo Mistero_ La flagellazione di Gesù alla colonna

Eb 13,12-13 Gesù, per santificare il popolo con il proprio sangue, subì la passione fuori della porta della città. Usciamo dunque verso di lui fuori dell’accampamento, portando il suo disonore.

                              Ecco dunque cosa significa “porgere l’altra guancia”. Non significa – spiega il Papa – “subire in silenzio o cedere all’ingiustizia”: Gesù con la sua domanda denuncia ciò che è ingiusto. Però lo fa senza ira senza violenza, anzi con gentilezza. Non vuole innescare una discussione, ma disinnescare il rancore. Questo è importante: spegnere insieme l’odio e l’ingiustizia, cercando di recuperare il fratello colpevole. Non è facile questo, ma Gesù lo ha fatto e ci dice di farlo anche noi.

 

            In Gesù che patisce ingiustizia e percosse non c’è rancore, ma “mitezza”, una risposta che non è debole o sottomessa, ma anzi denota una “forza interiore più grande” che vince il male e apre una breccia in chi ci odia: Porgere l’altra guancia non è il ripiego del perdente, ma l’azione di chi ha una forza interiore più grande, porgere l’altra guancia è vincere il male col bene, che apre una breccia nel cuore del nemico, smascherando l’assurdità del suo odio. Questo atteggiamento, questo porgere l’altra guancia non è dettato dal calcolo o dall’odio ma dall’amore.

Padre nostro – 1  Ave Maria…

Terzo mistero _ Gesù incoronato di spine

Ger 11,19 Come un agnello mansueto che viene portato al macello, non sapevo che tramavano contro di me, e dicevano: «Abbattiamo l’albero nel suo pieno vigore, strappiamolo dalla terra dei viventi; nessuno ricordi più il suo nome».

            E’ “l’amore gratuito e immeritato che Gesù ci dona” – sottolinea Francesco – che muove il nostro cuore ad un modo di fare simile al Suo, rifiutando ogni vendetta. Noi invece siamo purtroppo abituati – aggiunge a braccio il Papa – a custodire nel cuore il rancore che distrugge la persona.

 

Di fronte al nemico è possibile dunque amare? Anche a questa domanda il Papa risponde indicando il modello di Gesù. Perchè – spiega – se dipendesse da noi “sarebbe impossibile”, ma “ricordiamoci che quando il Signore chiede qualcosa, vuole donarla”. “Quando mi dice di amare i nemici, vuole darmi la capacità di farlo”, senza di essa non potremmo agire.

            Cosa chiedere dunque a Dio? La forza di amare, che “è lo Spirito Santo”: Con lo Spirito di Gesù possiamo rispondere al male con il bene, possiamo amare chi ci fa del male. Così fanno i cristiani. E com’è triste, quando persone e popoli fieri di essere cristiani vedono gli altri come nemici e pensano a farsi guerra! E’ molto triste.

Padre nostro – 10 Ave Maria…

Quarto Mistero _ Gesù cade sotto il peso della croce

1Pt 2,24 Cristo portò i nostri peccati nel suo corpo sul legno della croce, perché, non vivendo più per il peccato, vivessimo per la giustizia; dalle sue piaghe siete stati guariti.

            Come vivere dunque gli inviti di Gesù nel quotidiano quando una persona ci fa del male? Rancore o mitezza è il nostro atteggiamento? Ancora una volta il Papa invita a pensare e indica come agire: guardare al modello di Gesù “mite durante il processo”, poi chiedere la luce dello Spirito Santo e soprattutto pregare per il nostro nemico. “Non sentiamoci vittime” dice Francesco, ” fermiamoci e chiediamo aiuto” al Signore per la persona che ci fa del male: Pregare per chi ci ha trattato male è la prima cosa per trasformare il male in bene. La preghiera. La Vergine Maria ci aiuti a essere operatori di pace verso tutti, soprattutto verso chi è ostile e non ci piace.

                        Padre nostro – 10 Ave Maria…

Quinto Mistero _ Gesù muore in croce

 

At 13,27a-28-29 Gli abitanti di Gerusalemme e i loro capi pur non avendo trovato alcun motivo di condanna a morte, chiesero a Pilato che Gesù fosse ucciso. Dopo aver adempiuto tutto quanto era stato scritto di lui, lo deposero dalla croce e lo misero nel sepolcro.

            “Sarebbe bello avere la presenza di Papa Francesco, anche solo brevissima, nella terra del Donbas, sono sicuro contribuirebbe ad allontanare lo spettro della guerra”. Lo dice l’arcivescovo di Leopoli in Ucraina mons. Mieczysław Mokrzycki. Il presule, sperando che il Papa “possa presto mettere piede” nelle regioni dell’Ucraina orientale, attualmente le più esposte ad un eventuale “invasione” da parte della Russia. Mons. Mokrzycki ha parlato anche delle preoccupazioni degli abitanti delle regioni frontaliere proprio a causa dell’aggravarsi della situazione al fronte est. Una “situazione preoccupante”, ha aggiunto, perché qui arriva sempre più forte l’eco dei colpi di mortaio e numerosi edifici sono stati danneggiati dagli spari.

            La diocesi è molto vicina alla frontiera, a sessanta chilometri dalla linea del fronte tracciata nel 2014 dai separatisti filorussi. Oggi si può dire che per gli abitanti di questi territori la situazione attuale non è molto diversa da quella che vivono ormai da otto anni: ogni giorno sentono il terribile rumore degli spari.

                              In questi giorni però i colpi di mortai e altre armi pesanti sembrano più frequenti e più forti. Sappiamo che alcuni edifici nei villaggi della diocesi sono stati distrutti. La gente è anche preoccupata per un maggiore movimento dall’altra parte del fronte. La maggior parte degli abitanti della regione non ha mezzi sufficienti per fuggire in altre parti del Paese e così alla fine quasi tutti sono rimasti nelle loro case.

            Risulta difficile capire che oggi, dopo tanti anni di pace, quando le persone hanno pane a sufficienza, quando ognuno ha un tetto sopra la testa, un attacco della Russia contro Ucraina sia possibile. Umanamente parlando, l’attuale conflitto non ha una ragione valida. Tutti vogliamo vivere in pace

Padre nostro – 10 Ave Maria…

Dio onnipotente, Tu benedici il tuo popolo con la pace.

Che la tua pace, donata in Cristo,

porti la calma tra le tensioni che minacciano la sicurezza

in Ucraina e nel continente europeo.

Invece di muri di divisione e di scontro,

possano essere piantati e nutriti semi di buona volontà,

di rispetto reciproco e di fraternità umana.

Dona saggezza, a tutte le parti

e a coloro che hanno responsabilità nella comunità internazionale,

affinché cerchino di porre fine alle tensioni in corso,

abbracciando la via della riconciliazione e della pace

attraverso il dialogo e la cooperazione costruttiva.

Con Maria, la Madre della Pace, ti imploriamo, o Signore,

risveglia il tuo popolo a perseguire il cammino della pace,

memore delle parole di Gesù:

“Beati gli operatori di pace,

perché saranno chiamati figli di Dio”.                                        Amen.

Parrocchia di Endenna, Parrocchia di Somendenna, Comunità di Miragolo S.Marco e S. Salvatore

e-mail: info@lanternaparrocchiale.it