Catechesi: Incontri con i genitori di 1° e 2° elementare

Un po’ tutti i genitori che scelgono di inserire il proprio figlio o figlia nel cammino della catechesi parrocchiale, si chiedono, perché iscrivere i bambini al catechismo, quale significato ha questo gesto? Il catechismo è essenzialmente un’esperienza di comunione con Dio, con la sua parola e la storia di salvezza, ma anche con la comunità cristiana, con i catechesi e con la famiglia. Inoltre, iscrivere un bambino al catechismo significa scegliere l’amore di Dio, ossia un’occasione per valutare e chiarire l’esperienza di fede vissuta e per rinnovare il desiderio di vivere con gratitudine e speranza nel cammino che il Signore ha tracciato per noi e per i nostri figli.

Un cammino che i bambini non vivono da soli con i catechisti, ma l’intera comunità cristiana, nelle sue diverse sfaccettature, ne è partecipe e li sorregge, tutti consapevoli che sono vivendola insieme ha effetto la Parola di Gesù, ognuno contribuendo per la propria responsabilità.

Queste brevi righe di premessa, pur essendo l’obiettivo della catechesi parrocchiale, non sono certo una realtà di fatto, è un cammino faticoso in continua crescita, non certo scontato, ma certamente costruito mettendo in gioco, da parte di tutti, genitori ragazzi, catechisti e tutta la comunità attiva, la propria responsabilità e impegno di lasciarsi guidare dalla Parola di Gesù.

C’è tanto bisogno di condivisione, di ascolto e apertura agli altri, un metodo questo utilizzato nei 3 incontri che si sono tenuti nel mese di novembre e dicembre con i genitori dei bambini di 1° e 2° elementare.

Per favorire questa opportunità si è pensato di allargare il gruppo con persone già inserite attivamente nella comunità che hanno fatto da stimolo e condotto gli incontri stessi, rimanendo a loro volta coinvolti alla pari dei genitori presenti.

Obiettivo 1° incontro

Lo scopo del primo incontro è quello di indurre i presenti alla consapevolezza di appartenere ad una comunità sempre in cammino protesa ai bisogni e alle aspettative di ognuno.

Per poter far emergere questo, si progetta l’incontro in 3 momenti tra loro relazionati e i partecipanti si dispongono in cerchio.

Dopo esserci singolarmente presentati, la prima parte dell’incontro si sviluppa attorno al raccontarci “alcune cose importanti di noi stessi e dell’appartenenza al paese in cui viviamo”.

Per poter dare un senso di relazione tra le varie risposte e per invogliare ognuno ad esprimersi in semplicità e senza timori, si pensa ad un semplice lavoro di gruppo. Un gomitolo di lana color rosso (il colore è facoltativo) viene passato casualmente, srotolandolo, di persona in persona e chi lo riceve fissa il filo ad un dito ed esprime il suo pensiero sulla domanda sopra indicata. Completati tutti i vari passaggi del gomitolo srotolato, si formerà tra i partecipanti, una rete che va proprio a simboleggiare che il nostro vissuto e le nostre aspettative, da noi liberamente condivise, sono le une collegate alle altre in una comune rete che ci identifica in un rapporto comunitario.

Questo rapporto comunitario ha bisogno di una continua crescita e i bambini sono senz’altro un pilastro importante per il sua realizzazione e qui entra in gioco il secondo momento dove i genitori, e solo loro, esprimono la loro aspettative sulla catechesi parrocchiale del figlio e lo fanno usando ancora il metodo del gomitolo passato tra loro questa volta di colore diverso. E’ proprio con il formarsi di una seconda rete di colore diverso, si cerca di trasmette che la comunità ha tante sfaccettature e diversi punti di partenza, ma che in ogni caso, tutti contribuisco a creare crescita e futuro.

Ma come una famiglia, genitori e figli, camminano in questa rete comunitaria? Nel terzo momento dell’incontro avviamo questa scoperta chiedendo ai genitori di condividere nel gruppo quali sono state le motivazioni che li hanno portati a dare quel dato nome al proprio figlio/a. Il nome del figlio/a lo scrivono su un cartoncino a forma di piede insieme alla motivazione e lo posano casualmente sulla rete precedentemente creata.

E qui inizia il cammino personale, genitore figlio/a nella comunità cristiana che si andrà ad evidenziare meglio nei successivi 2 incontri.

Momento di preghiera

Obiettivo 2° incontro

Lo scopo del secondo incontro è quello di indurre i presenti alla consapevolezza che le diversità, se condivise, sono peculiarità per una comunità in cammino. Condividere le diversità contribuisce maggiormente a relazioni che aiutano la crescita personale e comunitaria conferendo maggiori capacità di scelta.

Partendo dal cammino intrapreso nello scorso incontro, si incrementa, con un ulteriore passo, la conoscenza del percorso di crescita di una comunità. Anche in questa occasione si utilizza il lavoro proposto in precedenza con la costruzione di una ulteriore rete, di colore diverso dalle precedenti, con lo scopo di renderci conto che le reti realizzate e da realizzare sono molte e saranno ancora maggiori, perché e così che la comunità mantiene vivacità.

Nel gruppo posto in cerchio, sono già presenti le precedenti reti e le orme.

Questa successiva rete, usando il metodo precedentemente sperimentato, viene costruita sull’interrogativo “quali relazioni personali, escluse quelle parentali, hanno contribuito alla mia crescita”.

 Relazione è una delle parole chiave che consentono di maturare nelle scelte della vita, relazione che simboleggiamo con un gomitolo che riceviamo, relazioni ricevute, che srotoliamo, cioè creiamo qualcosa di nostro sulle parole ed esperienze altrui, per poi, a nostra volta, le ritrasmettiamo ad altri. E’ il cammino della catechesi che non è un esclusivo percorso formativo di fede costruito tra il catechista e il gruppo dei bambini/e, ma un progetto di vita indicatoci da Gesù, in relazione alla vita quotidiana del bambino/a dove entrano in gioco molti attori, quali i genitori, la scuola, altri educatori ed ogni membro della comunità.

Ecco quindi che si comprende maggiormente in significato di questi tre incontri dei genitori dei bambini iscritti alla catechesi parrocchiale.

Un secondo passaggio di questo incontro aiuta ancor più a comprendere che camminare nella rete comunitaria, i nostri figli necessitano di poterlo fare con piedi ben saldi, ecco quindi che all’orma già precedentemente posta, se ne aggiunge un’altra, l’altro piede, costruita sulla domanda “come la nascita di mio figlio ha modificato le mie scelte quotidiane”.

Lasciando i genitori esprimersi in risposte spontanee, si completa così l’orma dei piedi del figlio che questa volta non vengono posizionate casualmente sulla rete comunitaria, ma tutte orientate verso una icona rappresentante la nostra fede cristiana.

Il secondo incontro si chiude con l’aspettativa di conoscere questa nuova scelta.

Momento di preghiera.

Obiettivo 3° incontro

Lo scopo del terzo incontro è quello di indurre i presenti alla consapevolezza che per un cristiano, il cammino comunitario acquisisce una peculiarità ulteriore: la conoscenza profonda e personale dell’appartenenza a Gesù, come luce della nostro cammino, secondo il progetto del Padre che non ci impone nulla, ma ci ama sempre e comunque.

Non è facile comprendere l’appartenenza a Gesù come fonte di luce del nostro cammino, comprenderlo richiede un continuo cammino di ascolto e formazione e la catechesi parrocchiale segue questo principio.

Accogliere Gesù come luce nel proprio cammino richiede che anche noi dobbiamo accendere la nostra luce, ma con lo spirito del battesimo dove il papà ha acceso la propria candela dal cero Pasquale. La luce di Gesù ha effetto solo se ci lasciamo illuminare trasmettendo la sua luce ad altri.

Su questo principio, cardine della nostra fede, viene proposto un lavoro che ci consente di comprendere che educarci al pensiero di Gesù è vedere la storia come Lui, giudicare la vita come Lui e scegliere e amare come Lui.

Davanti all’icona di fede viene posto un cesto con il filo della rete creata nei precedenti incontri, segno di comunità, il tutto illuminato da una luce, il resto della sala rimane al buio.

Vengono letti alcuni spezzoni di Vangelo che meglio colgono l’obbiettivo dell’incontro, poiché la luce trasmessa da Gesù passa attraverso la sua Parola fonte primaria perché anche le nostre luci possano essere accese.

Comprendere questo non è facile e quindi il lavoro proposto in questo incontro potrà risultare di non facile applicazione, in quanto ogni membro del gruppo, accendendo la propria luce del cellulare risponde alla seguente domanda “cosa posso dare ora, all’inizio del cammino catechistico di mio figlio”.

Non necessariamente tutti devono dare una risposta e nella sala alcune luci, partecipante che non ha risposto, rimarranno spente, segno di un cammino non facile.

Trascorso un certo tempo, con spazi di silenzio per dare l’opportunità a tutti di esprimersi nella piena libertà, si fa presente che il cammino di chi vuol mettersi in gioco nella fede, non è assolutamente facile, ecco che a tal proposito deve venirci incontro l’ascolto del messaggio di Gesù, oltre che la presenza di persone della comunità che ci possono aiutare nel comprenderlo.

La Responsabilità nell’iscrivere il proprio figlio/a alla catechesi parrocchiale, passa quindi anche per un impegno, in base alle proprie capacità, perché questo cammino possa avere successo nel tempo.

Alla fine dell’incontro le luci della sala si accendono e i genitori prenderanno le orme del proprio figlio/a deponendole nella cesta, segno di questo impegno.

Momento di preghiera.

Parrocchia di Endenna, Parrocchia di Somendenna, Comunità di Miragolo S.Marco e S. Salvatore

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